insegna

SCUOLA DI VELA

CROCIERA SOCIALE

Grecia Ionica
15–22 Giugno 2019


Grecia Ionica

di Salvatore Minisci e Maria Frustaci

«Gira, gira, si finisce per tornare sempre a Itaca, dove tutto ha avuto inizio…»

La crociera-scuola sociale resta ancora un evento dei più significativi della vita associativa di Assonautica di Ancona: rappresenta infatti, per i soci di vecchia data, un momento di condivisione di una settimana di navigazione nei posti più belli del Mediterraneo, ma anche e soprattutto un’occasione per i nuovi soci, in genere neofiti, per avvicinarsi concretamente al mondo della vela e di sperimentare situazioni reali di navigazione, a volte non prevedibili o anche complicate, come le manovre di ormeggio e partenza.

Quest’anno la meta scelta è stata l’arcipelago della Grecia Ionica, con la partecipazione di una trentina di soci, suddivisi in tre barche dalle caratteristiche simili (Bavaria da 15 metri con fiocco e randa rullabili), scelte non tanto per le caratteristiche sportive, quanto per quelle di comfort abitativo (cinque cabine e tre bagni).

Gli equipaggi erano composti da tre-quattro persone molto esperte, e da altre per lo più principianti, quando non semplici amanti della vela. I tre skipper hanno avuto, come sempre, un ruolo fondamentale, non solo nel garantire la massima sicurezza di navigazione, ma anche un clima sereno e disteso tra i membri degli equipaggi, spesso al loro primo incontro.

L’itineraro in sintesi: Ancona – Igoumenitsa – Marina di Lefkas – isola di Thilia – porto di Sivota (Lefkas) – Rupe di Lefkas – Porto di Fiskardo (Cefalonia) – Porto di Assos (Cefalonia) – Porto di Frikes (Itaca) – Baia di Atoco – Porto di Spartacori (Meganisi) – Marina di Lefkas – Parga – Igoumenitsa – Ancona. Punto di partenza obbligato è l’isola di Lefkas, sede dell’unico Marina attrezzato e sede delle flotte charter. Relativamente facile da raggiungere da Ancona in circa 24 ore (traghetto Ancona – Igoumenitsa, più auto fino a Lefkas).

La giornata tipo che ha caratterizzato la crociera è stata più o meno la seguente: partenza tra le otto e le nove del mattino, navigazione, se possibile a vela, fino a un punto di particolare interesse paesaggistico e natatorio, ormeggio e bagno tra mezzogiorno e l’una, poi pranzo a bordo, preparato a turno dai vari componenti dell’equipaggio e che ha costituito un allegro e importante momento di convivialità. Dopo un breve riposo, navigazione fino al porto di destinazione, raggiunto in genere a metà pomeriggio, quindi ormeggio, discesa a terra, cena in trattoria con classico menu greco e giro turistico serale.

La vita a bordo è stata piacevole e in genere rilassata, grazie al clima di empatia e partecipazione che si è venuto a creare e che soprattutto i capitani e i soci più esperti hanno saputo ispirare ai neofiti, i quali sono stati aiutati ad adattarsi bene alle inevitabili piccole scomodità della convivenza in uno spazio ristretto, tra persone che in qualche caso si sono conosciute solo in questa occasione.

La componente didattica è stata determinata dalle condizioni reali: le manovre di ormeggio e di partenza dai porti, sempre diverse, hanno visto la partecipazione di tutto l’equipaggio, sotto la guida autorevole dello skipper e dei membri più esperti, ciascuno in base alle proprie capacità ed esperienza. La navigazione ha avuto momenti di grande divertimento e di tirocinio pratico per i neofiti, nell’arte del timonare e della messa a punto delle vele, ma non sono mancate situazioni di vento teso che hanno permesso anche ai più esperti di mostrare la loro valentia o, addirittura, di ingaggiare vere e proprie competizioni con le altre barche, con grande soddisfazione di Aldo, che, in modo o nell’altro, riusciva a concludere sempre in testa.

Alcuni luoghi di particolare interesse e di cui è rimasto più vivo il ricordo, per le bellezze naturalistiche e storico-architettoniche, sono descritti di seguito con qualche dettaglio in più:

La rupe di Leucade o salto di Saffo, sulla costa occidentale di Lefkas, vicino a porto Katziki. Ci fermiamo per ammirare da vicino il mare turchese e la costa bianchissima, che ha dato il nome all’isola, a causa delle numerose e grandi falesie create dall’erosione degli elementi sulla roccia calcarea.

La leggenda del suicidio di Saffo che, secondo Ovidio, si sarebbe gettata giù dall’alta rupe per una delusione d’amore, è priva di fondamento storico, però è molto suggestiva. Facciamo il bagno in un’acqua molto particolare, azzurra, ma resa lattiginosa dalla polvere bianca in sospensione.

Il porto di Fiskardo, sulla punta settentrionale dell’isola di Cefalonia, che deve il suo nome alle vicissitudini di Roberto il Guiscardo (che qui ha trovato la morte), è molto conosciuto e frequentato, anche perché è il primo porto per chi viene da nord, quasi una tappa obbligata. Non ci sono più posti in banchina, per cui siamo costretti a un ormeggio all’ancora e cime a terra, cosa per niente semplice, anzi molto faticosa, soprattutto per portare le cime a terra con il gommone: è solo grazie all’abnegazione e agli sforzi congiunti dei due valorosi, Giuliano e Stefano, che, non senza difficoltà e con qualche apprensione del capitano, e anche grazie all’incitamento continuo di Filippo, si riesce alla fine a ormeggiare in sicurezza.

A questo punto si verifica l’incontro con Gianfranco, che da settimane va a zonzo con la sua barca, dall’Egeo allo Ionio e proseguirà per l’Adriatico. Tra le tante cose che ci racconta, un consiglio che si rivelerà molto azzeccato: fare una deviazione rispetto al programma originario e andare a vedere Assos, sulla costa occidentale di Cefalonia! Dopo una consultazione tra i tre equipaggi, si decide di accogliere il consiglio.

In serata si scende a terra grazie a Giuliano che si sobbarca il ruolo del traghettatore: sono necessari tre viaggi e una notevole perizia del timoniere per farci scendere a terra, dato che l’approdo è ingombro di gommoni. Si cena al ristorante, a base di pesce fritto e birra, e poi a zonzo per Fiskardo che, nonostante le trasformazioni indotte dal turismo di massa, conserva ancora scorci affascinanti, resi ancora più magici dal plenilunio sul mare. Il ritorno a bordo è complicato da un piccolo incidente: dopo i primi due viaggi, il traghettatore ritarda inspiegabilmente. Il gruppetto residuo comincia a temere di essere stato abbandonato a terra, finché, finalmente, si vede una piccola luce avvicinarsi lentamente: è lui o non è lui? Sì, è lui, Giuliano, che a motore spento rema con tutta la sua forza e ci raggiunge, quasi stremato! E’ finita la benzina? No, in realtà ce n’è ancora un po’, ma l’assetto planante assunto dal gommone durante la corsa impediva alla pompa di pescare il prezioso carburante. Imbarcati gli ultimi profughi, miracolosamente il motore si riavvia e si può tornare a bordo felicemente, rendendo calorose grazie a Giuliano.

Assos, piccolo borgo e porto turistico sulla costa nordoccidentale di Cefalonia si raggiunge agevolmente da Fiskardo, verso le undici del mattino. C’é ancora qualche posto disponibile in banchina per cui si ormeggia comodamente.

Si decide di dedicare la mattina al bagno (la baia presenta un’acqua limpidissima) e il pomeriggio alla lunga passeggiata alla fortezza veneziana i cui resti dominano entrambe le baie divise da un istmo che collega il piccolo promontorio, su cui sorge il vecchio borgo, alla terraferma.

Dopo il pranzo, quando il sole comincia a declinare, si parte per l’escursione alla fortezza. All’inizio il gruppo procede compatto attraverso il paese, ammirando le casette e le piante fiorite che abbelliscono il luogo (si prendono anche accordi con un piccolo ristorantino vicino alle barche per la cena). Superato l’istmo, inizia la salita alle alture su cui sorgono i resti della fortezza veneziana: la salita è abbastanza agevole, grazie a una comoda strada pavimentata e con una pendenza accettabile anche per i componenti seniores del gruppo. Ma inevitabilmente la fatica si fa sentire e il gruppo si sgrana progressivamente. Il colpo d’occhio è veramente impressionante: man mano che si sale si vedono le due baie contrapposte, a nord e a sud dell’istmo, e si apprezza la sapienza strategica dei governatori veneziani che decisero la costruzione della fortezza a protezione dei due porti. Anche la vegetazione, costituita principalmente di macchia mediterranea e pini marittimi, e l’ora scelta, quasi al tramonto, giocano un ruolo decisivo nel potenziare la suggestione del luogo.

Arrivati in cima si vede la grande porta, ancora ben conservata, che dava accesso alla fortezza. L’interno è più da immaginare che da vedere, ma comunque resta una delle tappe più belle della crociera. Si discende, e c’è ancora il tempo di fermarsi ad ammirare il tramonto sul mare, che aggiunge ulteriori emozioni al panorama.

È già tempo di cenare: cena in una trattoriella sul molo, con tempi alla greca, poi tutti a nanna.

L’isola di Atoco, tappa intermedia tra Itaca e Meganisi, nella bella baia sulla costa meridionale, forse la più bella dell’intero percorso, con acque limpide e ricche di pesci, e un’alta scogliera di roccia stratificata, molto affascinante, i cui strati disegnano una sorta di carta da musica… Ci fermiamo a lungo per fare il bagno tra i pesci, soprattutto splendide occhiate di bella taglia, a cui le fanciulle degli equipaggi danno da mangiare con entusiasmo: Isabella affina la sua tecnica di immersione, prendendo lezioni dal capitano, noto esploratore del sesto continente insieme con Peppe…

Spartacori, piccolo porto sull’isola di Meganisi, dalle coste frastagliate e paesaggisticamente molto interessanti, è memorabile in particolare per la salita al vecchio borgo, situato a circa duecento metri di altezza sopra il porto, ma facilmente raggiungibile a piedi. Dal belvedere del paese si gode di uno splendido panorama, non solo sulla baia, ma anche sulle coste circostanti; il paesino è molto caratteristico e gli abitanti accoglienti e cordiali.

Questa tappa rimane nel ricordo, oltre che per la cena al ristorante sulla spiaggia, anche per l’inaspettata comparsa dei delfini, che, mentre usciamo dal porto, si mostrano, in un gruppo di tre o quattro esemplari e fanno le loro evoluzioni, vicinissimi alle barche: evento consueto in queste crociere nel Mediterraneo, ma sempre spettacolare ed emozionante.

Un ultimo cenno merita Parga, centro turistico balneare di grande bellezza sulla terraferma, a metà strada tra Lefkas e Igoumenitsa: la crociera è finita ma abbiamo ancora una giornata prima di imbarcarci sul traghetto. Nonostante sia già molto affollata di turisti, ci godiamo un bel bagno su fondali molto mossi e ricchi di flora e fauna mediterranee e ammiriamo il panorama di isolette e scogli a poca distanza dalla riva.

Stiamo meditando di raggiungere a nuoto una di queste isole di fronte alla spiaggia, su cui si vede anche un’antica chiesa, ma sono ormai le quattro del pomeriggio e Aldo ci convince a lasciare la spiaggia e riprendere il viaggio, dipingendo un quadro a tinte fosche del porto di Igoumenitsa e delle difficoltà che ci potrebbero essere all’imbarco.

In conclusione si può sintetizzare l’esperienza così: la componente di scuola di vela, certamente di importanza primaria per Assonautica, ha dovuto vedersela con la componente ludico-natatoria, con quella escursionistico-turistica e, ultima, ma non per importanza, con quella gastronomica: a consuntivo si può affermare che si è riusciti a mantenere un sostanziale e ragionevole equilibrio, con soddisfazione di tutti. La bellezza dei luoghi ha continuato ad incantare anche coloro che li avevano già visti, grazie anche alle condizioni meteorologiche ottimali e ai venti tranquilli che hanno permesso una navigazione sicura e rilassante, ma anche qualche momento di impegno e competizione.

…capitano che risolvi con l’astuzia ogni avventura,
ti ricordi di un soldato che ha sempre più paura?
Ma anche la paura ha sempre un gusto strano…
Se ci fosse ancora mondo, sono pronto: dove andiamo?!
Itaca Itaca Itaca…
(Lucio Dalla, citato da Claudio)